“Matchball”, n° 7 mese di aprile 1991
Prof. Salvatore Buzzell (n°7 – 1991)
Le conoscenze e le esperienze maturate sul campo in veste di preparatore atletico, al fianco di prestigiosi Maestri nei vari circoli tennis di Bologna (C.T.Bologna e VIRTUS), oltre alla naturale necessità di evoluzione professionale per voler comprendere meglio gli aspetti più reconditi che regolano la formazione sportiva di un tennista, già da tempo mi avevano fatto raggiungere la convinzione che il tennis non fosse uno sport limitato alla modalità di esecuzione più o meno ortodossa di colpi vibrati con la racchetta, ma che richiedesse una perfetta interazione di tutte le caratteristiche psicomotorie dell’atleta, e che quest’ultimo poptesse essere ”costruito” a prescindere dalle doti di ”tocco”, attraverso un progetto a lungo termine che non tenesse conto dei risultati agonistici immediati. Insomma secondo me si doveva operare la selezione non solo sul tennista dal ”braccio d’oro”, ma allargare il campo di azione anche ai meno dotati tecnicamente che però avessero qualità motorie di una certa consistenza in considerazione del fatto che la tecnica tennistica è comunque una tecnica e come tale prima o poi si assimila; l’ approccio didattico avrebbe richiesto meno empirismo e principalmente una stretta collaborazione nello staff tecnico come normalmente avviene negli sport metodologicamente più evoluti.
Queste convinzioni, che inizialmente hanno incontrato un po’ di scetticismo da parte dei tecnici, mi hanno portato all’elaborazione di un particolare progetto in cui credevo fermamente la cui applicazione pratica ha consentito agli allievi che vi si sono sottoposti di raggiungere risultati agonistici tanto eclatanti quanto da loro insperati, confermando la validità delle mie tesi.
Anche un tennista, che trovandosi a dover esprimere le sue doti in uno sport dalle richieste motorie più disparate, doveva seguire, fin dai primi passi sportivi un iter tecnico di preparazione, programmato e a lungo termine, studiato nei minimi particolari.
Questo progetto pone le basi sulla comprensione, da parte dell’allenatore dei dettagli delle caratteristiche motorie di base del suo allievo e nello stesso tempo agisce sul coinvolgimento emotivo dell’atleta nella realizzazione pratica del lavoro fisico che di volta in volta gli viene assegnato, risolvendo quindi la duplice esigenza che un allenamento giovanile richiede : la qualità mirata del lavoro proposto e lo stimolo motivazionale adeguato per eseguirlo.
Ciò stato possibile partendo dall’analisi computerizzata di test motori di controllo finalizzata all’elaborazione di moduli di preparazione fisica personalizzata, nel rispetto della periodizzazione ciclica dell’allenamento.
BASI SCIENTIFICHE PER LA REALIZZAZIONE DELL’IDEA
In collaborazione con l’Istituto di Antropologia dell’Università di Bologna (proff. E. Gualdi e D. Pettener) ho realizzato uno studio statistico sulle caratteristiche motorie di giovani tennisti di buon livello tecnico di varie regioni italiane (circa 400 soggetti di ambo i sessi di eta’ compresa tra gli 11 e 16 anni) in relazione ad un equivalente gruppo di controllo formato da studenti di scuole bolognesi.
L’intento era quello di valutare ed osservare come e quando le qualita’ motorie di base evolvessero sia naturalmente sia sotto l’impulso di stimoli allenanti differenziati.
I tennisti svolgevano piani modulari di allenamento fisico programmato per quattro giorni alla settimana in relazione alle carenze motorie individuali, i componenti del gruppo di controllo invece non svolgevano particolari metodiche di allenamento, e per i quali, quindi, eventuali incrementi significativi di prestazione erano da imputarsi essenzialmente a fattori di crescita.
Gli stessi soggetti sono stati testati per più volte in un anno e per più anni, eseguendo una batteria di test adeguati al sondaggio di tutte le qualità condizionali di base.
Tra i risultati che questa ricerca ha fornito i più importanti,
oltre ai soliti valori statistici relativi per i due gruppi distinti identificati per sesso ed eta’ (media, deviazione standard, percentili e correlazioni varie), sono gli indici di evoluzione prestativa relativi alla struttura fisica individuale (peso ed altezza) ed un rapporto sulla probabilità di prestazione possibile relativa ai piani di allenamento seguiti.
La realizzazione di questo macroscopico ed interessantissimo studio ha richiesto notevoli sforzi in termini di tempo e di applicazione ed è stato poissibile anche grazie all’appoggio economico della Borghi International di Bologna nella persona del sig.Giuseppe Sapienza, che si è accollata l’acquisto delle sofisticate apparecchiature elettroniche e di un computer necessari allo scopo.
I risultati di questo studio saranno oggetto di una pubblicazione scientifica in fase di allestimento.
Utilizzando l’enorme mole dei dati in mio possesso ho realizzato un software specifico per l’analisi dei dati e l’elaborazione automatica di piani modulari di allenamento .
UTILIZZAZIONE DELLA METODICA NELLA PRATICA DI CAMPO
Nella pratica, gli allievi, dopo l’esecuzione dei test di controllo, ricevono una scheda personalizzata frutto dell’elaborazione computerizzata, su cui trovano posto un diagramma a barre, una tabella relativa ad eventuali confronti con test precedentemente effettuati, una gamma di mezzi di allenamento con carichi adeguati ed un piano di allenamento relativo alle reali necessità soggettive e al ciclo della programmazione dell’allenamento.
L’obbiettivo finale è quello di far conseguire una preparazione fisica polivalente che si sviluppi in modo omogeneo (oscuramento uniforme dell’istogramma sulla scheda fino al conseguimento dell’80esimo percentile per ogni test), caratteristica questa, essenziale per praticare uno sport dalle molteplici sfaccettature come il tennis e per raggiungere risultati di rilievo.
L’effetto motivazionale e stimolante della scheda personalizzata è oggettivamente molto forte, e soprattutto aiuta l’allievo a prendere coscienza del proprio valore, elemento questo su cui farà leva il processo di evoluzione psicofisica che necessariamente il giovane tennista, come del resto anche altri tipi di giovani atleti, devono perseguire peremergere.
Inoltre operare in quest’ottica consente di approdare anche ad un altro obbiettivo che la preparazione fisica giovanile deve offrire e cioè la possibilità di opzione sportiva intesa come possibilità, per quei ragazzi che non volessero continuare con il tennis, di seguitare la loro carriera sportiva in altre discipline senza soluzione di continuità nel raggiungimento dei fini che si sono prefissati.
(Parte 2)
Il lavoro che ho presentato in questo numero, costituisce la parte conclusiva di una serie di due articoli relativi alla preparazione fisica dei giovani tennisti già pubblicati nello scorso anno; ed e’ il frutto di cinque anni di ricerca effettuata nell’ambito dello studio delle Qualità Motorie di giovani tennisti italiani.
Alla realizzazione di questo progetto conoscitivo si è arrivati anche grazie alla collaborazione di Maestri e Fiduciari Tecnici di varie parti della penisola, che hanno recepito con giusto entusiasmo il messaggio innovativo che viene dalla scienza applicata allo sport ed hanno permesso la valutazione sistematica dei loro allievi consentendo uno studio statistico molto attendibile.
Sento quindi di ringraziare i seguenti Maestri di Tennis:
A. Zoccoletto, M. Consolini, R. Vitale, M. Mignucci, M. Poggi, Ferruccio Bonetti, Fabio Bonetti, l. Battilani, R. Spisani, A. Saetti, F. Sapori, A. Bartoni, L. Lambertucci, D.Master, M. Jorquera, F. Ferracuti, M. Fabi.
Il sig. Stefano Carlorosi del Comitato Regionale Marche, il sig. Alex Tabarelli e Christoph Von Grebner del Comitato Prov. di Bolzano, ed il sig. Poppi Vinti dell’ELLESSE per aver consentito la valutazione degli atleti giunti alla fase finale dell’ ELLESSE TENNIS CONTEST 1991 (tra cui Kurnicova, Garbin, Volandri, Bracciali).
Un sentito ringraziamento alla prof. E. Gualdi dell’Istituto di Antropologia dell’Universita’ di Bologna per la collaborazione scientifica ed al sig. Beppe Sapienza per l’apporto economico fornito all’iniziativa.
I tennisti che hanno fatto parte della ricerca iniziata nel 1987 e conclusa nel 1991, sono circa 1000, di ambo i sessi e di eta’ compresa tra i 10 ed i 17 anni, valutati piu’ volte nell’arco dell’anno e per piu’ anni; essi rappresentano una rilevante schiera di giovani di buon livello tecnico e di sicuro avvenire.
Pubblicare i risultati di questa ricerca, che non ha la pretesa di esaurire un argomento cosi’ vasto come quello del Tennis, vuol essere un contributo ed un incentivo allo studio di questo nostro spettacolare e difficilissimo sport.
Ritengo interessante informare che per questo studio è stata condotta una analoga ricerca parallela effettuata su studenti della Scuola Media Statale “D. Alighieri” di Bologna, che sono serviti come gruppo di controllo per i relativi confronti sullo sviluppo temporale delle Qualita’ Condizionali in eta’ evolutiva.
METODOLOGIA
Per creare le tabelle di riferimento del valore delle Qualita’ Condizionali, a tutti gli esaminandi sono stati proposti gli stessi Test, scelti tra una vasta gamma, che hanno permesso di valutare esattamente i vari aspetti della motricita’ individuale.
L’esecuzione dei Test rispondeva a tutti i requisiti necessari per validarne l’attendibilita’, l’obbiettivita’, e la standardizzazione.
Per il rilevamento di alcuni dati, sono stati utilizzati strumenti ideati e costruiti appositamente per tale scopo, come la pressa dinamometrica per il rilevamento della forza degli arti, la pedana elettronica per l’elevazione ed altri parametri fisiologici, ed un sistema di fotocellule per la velocita’.
Per l’elaborazione statistica dei dati e’ stato utilizzato il software “STATGRAF”, e per l’interpretazione di essi, ho realizzato un programma computerizzato specifico.
CONCLUSIONI
Tra tutti i tennisti esaminati ve ne sono alcuni che nel tempo hanno dimostrato sapersi affermare a livello nazionale ed internazionale; tra i nomi di spicco figurano: Garbin, Volandri, Kournikova, Bracciali, Allgauer, Vagnozzi, Scala, Tampieri, Sangiorgi, Pifferi, Morresi, ed altri.
Ebbene questi giocatori e giocatrici pur interpretando tecniche tennistiche decisamente diverse tra loro e piu’ o meno ortodosse, hanno una costante in comune : l’aver conseguito una preparazione fisica omogenea e di ottimo valore, valutabile, secondo i test di cui abbiamo esposto finora, con un punteggio minimo di 7.5/10.