L’allenamento isoeinerziale nasce alla fine degli anni 80 ed alcuni prototipi di strumenti vengono cosrtuiti in quegli anni e sono illustrati anche in alcuni libri come in quello di Carmelo Bosco, “Strength assessment with the Bosco’s test”.
Le prime macchine in circolazione vennero studiate dai dott. Tesch e Berg che ne costruiscono una serie che miravano, soprattutto attraverso il lavoro eccentrico, allo sviluppo della forza e della ipertrofia muscolare, attivando i muscoli indipendentemente dalla di forza gravità, utlizzando la resistenza offerta da un volano che girava attorno ad un asse, azionato da una cinghia arrotolata sull’asse portante o albero .
Il funzionamento, peraltro semplice, di queste macchine si rifà, all’azione che viene messa in atto da uno yoyo, quando viene lanciato verso il basso.
In pratica, applicando questo principio alle macchine isoinerziali, partendo dall’istante zero in cui la cinghia è completamente arrotolata sull’asse collegato al volano, il muscolo interessato all’azione si attiva in modalità concentrica, cioè tirando la cinghia (1), e quest’ultima si srotola azionando la rotazione del volano; a questa fase, segue una fase in cui il volano continua a girare per effetto della forza giroscopica acquisita e la cinghia, invertendo la direzione di marcia, torna ad arrotolarsi sull’asse dal lato opposto (2), con la velocità precedentemente acquisita.
Nel momento in cui la cinghia torna a riavvolgersi sull’asse, inizia la fase eccentrica dell’attivazione muscolare fino a che il volano si ferma e si ritorna nella situazione di partenza (3) ma a questo punto, nella fase di trazione, il volano girerà nel verso opposto.
Il lavoro si svolge reiterando queste azioni per serie e ripetizioni o fino all’esaurimento delle capacità di lavoro del muscolo, producendo così gli adattamenti muscolari che si vogliono ottenere.
Per personalizzare il lavoro, normalmente si utilizzano anche volani di vario peso; in questa maniera, chi si esercita, quando inizierà la trazione si troverà a dover vincere l’inerzia generata dal peso del volano utilizzato.
La novità introdotta dal prof. Buzzelli, consiste nell’utilizzare un volano ad inerzia variabile.
Infatti il volano studiato, è un sistema radiale rispetto all’asse di trazione, che sfrutta la forza centrifuga per muovere masse mobili (4) sull’asse radiale rispetto all’albero.
In questa maniera il peso iniziale del volano è di pochi Kg ma aumentando la velocità di rotazione, le masse mobili si sposteranno verso la parte estrema del sistema radiale, con conseguente aumento della inerzia (4).
I vantaggi offerti da questo tipo di volano sono molteplici.
In primis il peso, infatti il sistema radiale compreso delle masse movibili, non arriva a pesare più di 3Kg.
Le masse movibili, si sposteranno verso le estremità del sistema radiale, a seconda della forza impressa in trazione e si assesteranno nella posizione relativa alla forza di trazione impressa, in quanto anche le molle opporranno una resistenza.
Nel caso di un bambino o di un anziano, le masse movibili si posizioneranno in un punto intermedio degli assi radiali mentre un atleta evoluto le farà spostare all’estremità dell’asse, evento questo che sarà il cardine della personalizzazione del carico di lavoro!